“Ecco il luogo altissimo, ecco il luogo profondissimo dove io abito, ecco il luogo segreto, mistico e ardente, dove io respiro.”
– Gabriele d’Annunzio su San Pelagio –
“Ecco il luogo altissimo, ecco il luogo profondissimo dove io abito, ecco il luogo segreto, mistico e ardente, dove io respiro.”
– Gabriele d’Annunzio su San Pelagio –
Nell’estate del 1917, il Castello di San Pelagio diventa un punto strategico nel contesto della Grande Guerra. La famiglia Zaborra sottoscrive un contratto d’affitto con l’esercito italiano per la realizzazione di un campo di volo e l’occupazione di una parte della villa. Gli appartamenti al primo piano, in particolare, diventano dimora del maggiore Gabriele d’Annunzio.
Le Stanze, riallestite secondo fonti d’archivio, sono oggi aperte ai visitatori e parte integrante del Museo del Volo. Vi sono conservati ricordi di vita e di volo del poeta-soldato, oltre a gli arredi della famiglia Zaborra.
Le Stanze Dannunziane si compongono, come è tipico delle residenze del tempo, di un lungo corridoio sul quale si affacciano gli ambienti destinati alla vita quotidiana.
Ricordi di una vita passata riemergono attraversando la camera, dove si trovano un letto in legno intagliato e una libreria con volumi d’epoca, il salotto privato impreziosito da grandi arazzi a tema campestre e la sala da pranzo, dove il poeta consumava pasti frugali con gli ospiti di riguardo.
D’Annunzio amava molto lo studiolo e il suo terrazzino, dal quale si affacciava per vedere decollare e atterrare gli aerei sul campo di volo. Il suo vivere inimitabile riecheggia qui e nella quadreria del Castello, adibita a sala riunioni dell’87° Squadriglia, dove i piloti giurano all’alba del 9 agosto 1918, prima della partenza per il volo su Vienna.
Come riconoscimento per le imprese realizzate durante la Grande Guerra, D’Annunzio riceve in dono una divisa invernale da generale di divisione aerea, oggi conservata nel guardaroba attiguo alla camera da letto, accanto a una combinazione di volo risalente al 1917. Fra gli indumenti appartenuti al Vate, si riconosce immediatamente il suo famoso cappotto in pelle, indossato in molte occasioni.
Nella sala per gli ospiti si può ammirare una parte degli arredi della Casetta Rossa (proprietà Fam. Napolitano) sul Canal Grande a Venezia, un’altra dimora Dannunziana a partire dallo scoppio della Grande Guerra.
Il 9 agosto 1918, il maggiore D’Annunzio decolla da San Pelagio insieme ai suoi fedelissimi per il memorabile Volo su Vienna: una missione propagandistica senza scopi di offesa, ma con l’obiettivo di lanciare migliaia di volantini per invitare i cittadini della capitale asburgica alla resa.
Giunto sul cielo limpido di Vienna, lo stormo composto da sette aerei (erano partiti in 11) S.V.A. 5 lancia 50.000 copie di un manifestino in italiano preparato dallo stesso D’Annunzio, e altre 350.000 copie di un secondo più pratico manifestino, tradotto in tedesco.
L’impresa ottiene grande riscontro sulla stampa internazionale, anche quella in lingua tedesca. Queste le parole di D’Annunzio al rientro in Italia: «Non ho mai sentito tanto profondo l’orgoglio di essere italiano. Fra tutte le nostre ore storiche, questa è veramente la più alta.»
Per leggere il racconto completo dell’impresa e ammirare le immagini storiche, rimandiamo al nostro approfondimento: