
14 Feb ARTURO FERRARIN
ARTURO FERRARIN (1895 – 1941)
Nasce a Thiene da un’agiata famiglia di imprenditori lanieri. Allo
scoppio della guerra è chiamato alle armi nel Battaglione Aviatori dell’Esercito. Nel 1917 consegue a Cameri il brevetto di pilota su aeroplano tipo Gabardini e successivamente diventa pilota istruttore di caccia Nieuport alla Scuola di Cascina Malpensa. Inviato al fronte, entra a far parte della 82^ squadriglia da caccia. La fine del primo conflitto mondiale vede Arturo Ferrarin in servizio presso la 87^ squadriglia da caccia di stanza all’aeroporto di San Pelagio. Con la fine del conflitto effettua diversi raids aerei, tra cui a Parigi, svolgendo un’intensa attività di propaganda aeronautica in favore dell’aviazione e dell’industria aeronautica italiana. Nell’estate del 1919 si inizia a sentir parlare di un raid aereo ideato da Gabriele d’Annunzio e caldeggiato dal poeta giapponese Haru-Kichi-Shimoi. Il 14 febbraio 1920 Arturo Ferrarin (soprannominato il “Moro”) e Masiero decollano con a bordo i rispettivi motoristi Gino Capannini e Roberto Maretto. Inizia così la grande avventura che li porterà, tra mille imprevisti e peripezie, a Tokjo il 31 maggio 1920. Ferrarin si ferma nella città giapponese per ben 42 giorni durante i quali partecipa a numerose cerimonie tenute in suo onore. Nel 1922 partecipa alla manifestazione aviatoria di Nizza e alla Gran Coppa d’Italia; un anno dopo porta in volo Benito Mussolini (da Roma al cimitero di Redipuglia) e continua la sua attività di pilota ma anche di addetto alle missioni aeronautiche all’estero. Partecipa ad alcune edizioni della Coppa Schneider nel 1926. Nel 1928 effettua, con l’amico Carlo Del Prete, un volo senza scalo tra l’Italia ed il Brasile con il monoplano S.M.64. Dopo la partenza del 31 maggio riatterrano il 2 giugno dopo aver stabilito il nuovo record mondiale di distanza e di durata in circuito chiuso avendo percorso, in 58 ore e 37 minuti, 7.666 chilometri. A luglio lo stesso equipaggio, con lo stesso velivolo, conquistano il record mondiale di distanza in linea retta raggiungendo Natal in Brasile dopo essere partiti da Montecelio-Roma. Per questa impresa gli viene conferita la medaglia d’oro al V.A. Negli anni successivi svolge attività aerea per varie aziende come consulente tecnico. Allo scoppio della II G.M. chiede di essere impiegato in un reparto da caccia ma viene assegnato alla sperimentazione di nuovi velivoli; collaudando un SAI 107 MM441 trova la morte il 18 luglio 1941.
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