26 Gen LUIGI GORRINI
LUIGI GORRINI
1917-2014
Luigi Gorrini si arruola nella Regia Aeronautica all’età di 20 anni, nel 1937. Viene assegnato su sua richiesta al 3° stormo Caccia Terrestre e il 17 giugno 1939 è integrato all’85^ Squadriglia del 18° Gruppo Caccia Ocio che te copo.
Il 1° settembre 1940, durante la battaglia d’Inghilterra a fianco della Luftwaffe, è sul fronte belga dove incontra numerose difficoltà: carenza di addestramento al volo senza visibilità, inferiorità tecnica degli aeroplani in dotazione a confronto dei più performanti caccia britannici Hurricane e Spitfire, condizioni metereologiche proibitive alle quali gli aviatori italiani non sono abituati e addestrati a operare ed equipaggiamenti italiani non all’altezza.
Tra il 1941 e il 1942 l’85^ Squadriglia compie voli di scorta a convogli prima al porto di Tripoli, in Africa settentrionale, e successivamente tra l’Italia e la Grecia.
Nel corso di una missione in Tunisia, il 26 febbraio 1943, vengono segnalati quattro velivoli nemici in avvicinamento al campo. Gorrini insegue un Hurricane che cerca disperatamente di fuggire, lo colpisce in pieno e il pilota nemico si lancia sul deserto con il paracadute. Gorrini allora torna indietro avvicinandosi a terra e lascia cadere la sua borraccia d’acqua dando così una grande dimostrazione di civiltà.
Negli ultimi giorni di aprile 1943, Gorrini è uno dei piloti incaricati di trasferire i caccia francesi preda di guerra Dewoitine D.520 in Italia, destinati alla difesa della patria. Due mesi dopo, insieme al 3° Stormo è trasferito a Ciampino sud per la difesa di Roma.
Il 31 agosto 1943 Gorrini decolla per contrastare una grande formazione di bombardieri americani al largo di Napoli e durante il combattimento il suo Macchi MC.205 V “Veltro” viene gravemente danneggiato. In fase di atterraggio l’aeroplano finisce con il capottare e Gorrini, svenuto, rimane intrappolato nell’abitacolo fino al salvataggio da parte degli aviatori della Luftwaffe. L’armistizio dell’8 settembre 1943 lo coglie in ospedale, ingessato fino al collo per le fratture riportate nell’atterraggio di fortuna. Decide di rispondere all’appello del colonnello Ernesto Botto e viene assegnato al 1° Gruppo Caccia, 1^ Squadriglia Asso di Bastoni che nei mesi successivi è impegnato a fermare un’incursione di bombardieri americani prima a sud di Venezia e poi a sud di Firenze: la 1^ Squadriglia ha il compito di impegnare i caccia di scorta, mentre la 2^ Squadriglia quello di colpire i bombardieri.
Nella seconda metà di aprile 1944 il 1° Gruppo Caccia si trasferisce all’aeroporto di Reggio Emilia per contrastare i sempre più numerosi attacchi degli alleati durante i quali Gorrini ottiene la sua ventiquattresima e ultima vittoria aerea. Il 15 giugno 1944 sostiene il suo ultimo combattimento aereo: decollato su un allarme dato troppo in ritardo, il suo aereo viene abbattuto e Gorrini si salva lanciandosi con il paracadute.
Una notte, mentre era a casa in convalescenza, Gorrini viene prelevato come prigioniero dai partigiani ma riesce a fuggire e a tornare al suo reparto. Il 12 settembre 1944 è inviato in licenza per esaurimento nervoso. Dopo il 25 aprile 1945 è internato in un campo di concentramento a Bresso, Milano, dove rimane circa venti giorni. Rilasciato, è nuovamente fermato e trasferito a San Vittore fino alla vigilia di Natale, quando la sua posizione viene riesaminata e Gorrini lasciato in libertà. Nel 1953 l’Aeronautica Militare lo richiama in servizio svolgendo attività di volo e di istruttore. Diventa ufficiale soltanto dopo la pensione, nel 1979.
Considerato un asso dell’aviazione, Gorrini sintetizza così la sua carriera: “212 combattimenti, 24 vittorie aeree individuali, 5 lanci con il paracadute”.
Gli sono state assegnate due medaglie di bronzo al valore militare e la Croce di Ferro tedesca di II classe. Nel 1958 gli viene assegnata la medaglia d’oro al valor militare, unico pilota dell’A.N.R. ad aver ricevuto la più alta onorificenza delle forze armate italiane.
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