31 Mag CARPINATA
Appena fuori dall’antico cancello del giardino principale ci si incammina lungo un viale largo, ombreggiato da carpini centenari potati a tunnel detto carpinata. Il Carpino è un albero autoctono europeo che, in autunno, diventa di colore oro scuro. La veneranda età degli esemplari di San Pelagio, il loro tronco contorto e le dimensioni, ne fanno dei veri monumenti verdi.
Albero …
chè terra e sole e dolce dono d’acque
t’ha fatto nuova ogni fronda,
mentr’io mi piego e secco
e sul mio viso tocco la tua scorza.
S. Quasimodo
La funzione di questo viale era di collegare la zona residenziale del Castello a quella agricola. A destra della carpinata, si vede il bellissimo cespuglio di Spirea Van Houtten, che a maggio è un fuoco d’artificio bianco e profumato. Si percorre il viale aeronautico caratterizzato dalla presenza di piante con il cui legno gli aviatori segnalati costruivano i loro aerei. Di particolare interesse il Frassino con il cui legno il Conte Da Schio nel 1901 costruiva i suoi dirigibili; la Betulla, Betula alba, con il cui legno flessibile il pioniere tedesco Otto Lilienthal, nel 1898, costruiva i suoi alianti. La betulla, era la pianta preferita dagli sciamani del nord perché ai suoi piedi spesso si trova la amanita muscaria, un fungo dagli effetti allucinogeni. Il viale aeronautico ha un andamento sinuoso e, lungo le anse, si vedono: il missile terra aria Nike Ajax, la Pala Eolica per la produzione di energia pulita, il Timone di coda di un F 104. Il bellissimo alberello cinese “Cornus Kousa” a primavera si copre di fiori larghi, bianchi e in autunno di piccoli frutti rossi commestibili. Di fronte la cappella dedicata alla Madonna di Loreto patrona degli aviatori. Si sale, percorrendo un sentiero a chiocciola con sponde in trachite euganea, sulla montagnola della ghiacciaia, l’antico frigorifero della villa, una stanza sotterranea di circa 80 metri cubi, costruita in mattoni e con il soffitto a volta, utilizzata in passato per la conservazione dei cibi. Una volta in cima si può vedere la botola dalla quale veniva calata la neve e il ghiaccio. Scendendo di fronte si vede il Laghetto dell’Arditezza, l’antica peschiera, rettangolare delimitato da glicini violetti, un tempo importante bacino d’acqua ad uso agricolo.
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