ARTURO FERRARIN

ARTURO FERRARIN

1895 – 1941

Arturo Ferrarin nasce a Thiene (VI) il 13 febbraio 1895. Nel 1915 viene chiamato alle armi e assegnato al Battaglione Aviatori come mitragliere di bordo, ma il desiderio di pilotare un aereo in prima persona lo spinge a chiedere e ottenere il permesso di trasferirsi presso la scuola di pilotaggio di Cameri, vicino Novara, dove consegue il brevetto di volo nel 1916. Viene aggregato prima alla 82^ e poi alla 91^ Squadriglia caccia abbattendo due aeroplani avversari.
Nel 1920 acquista fama mondiale con il raid Roma-Tokyo, volo di 18.000 km portato a termine in condizioni difficilissime tra il 14 febbraio e il 31 maggio in compagnia del motorista Gino Cappannini, a bordo di uno S.V.A.9 residuato di guerra.
Ferrarin partecipa anche a diverse gare aviatorie: nel 1922 è l’unico concorrente a portare a termine il percorso nonostante il maltempo vincendo così la Gran Coppa d’Italia. Nel 1926 prende parte alla Coppa Schneider a Norfolk (Virginia, Stati Uniti), riservata agli idrovolanti. Compie il giro più veloce ma è poi costretto al ritiro a causa di un guasto meccanico. Non è fortunato neppure nell’edizione dell’anno successivo tenutasi al Lido di Venezia, dove è costretto a ritirarsi sin dal primo giro per un cedimento del motore.
Il 1928 è invece il suo anno trionfale: dal 31 maggio al 2 giugno, insieme al maggiore Carlo Del Prete, batte il record mondiale di durata e di distanza in circuito chiuso (58 ore e 37 minuti per complessivi 7.666 km) a bordo di un Savoia Marchetti S.64. Con lo stesso mezzo, dal 3 al 5 luglio Ferrarin e Del Prete volano da Monte Celio (Roma) a Port Natal (Brasile), superando la distanza di 7.163 km in 49 ore e 19 minuti e conquistando così il primato di distanza senza scalo.
Decorato di medaglia d’oro al valore aeronautico, Ferrarin muore in un incidente di atterraggio a Guidonia il 18 luglio 1941 durante i collaudi dell’Ambrosini SAI 107.

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